Urbanistica tattica e cittadinanza attiva
Riflettere sull’urbanistica tattica significa riflettere su un metodo di trasformazione dello spazio pubblico. La prima e fondamentale relazione dell’urbanistica tattica è con lo spazio pubblico o, meglio ancora, con il potenziamento dello spazio pubblico. L’idea alla base dell’urbanistica tattica, infatti, è che i cittadini possano riappropriarsi della sfera pubblica della città attraverso piccoli progetti di intervento e modifica dello spazio. Il metodo dell’urbanistica tattica si configura per: coinvolgimento dei cittadini, individuazione di uno spazio pubblico a dimensione di quartiere, idee per la trasformazione, impegno del pubblico nel procurare risorse alla trasformazione, gestione dei beni attraverso patti di collaborazione fra società civile e amministrazione comunale. L’urbanistica tattica, allora, si configura come un insieme di pratiche che assimilano lo spazio pubblico ad una scala definita secondo il quartiere. Per spazio pubblico intendiamo lo spazio condiviso all’interno del quartiere, quegli spazi che i cittadini attraversano e in cui creano forme di aggregazione quotidiane. In questo ha senso l’urbanistica tattica non in contrapposizione alla pianificazione urbanistica e al governo del territorio nella sua complessità, ma appunto come tattica affinché i cittadini possano riappropriarsi dei luoghi fuori dalla soglia di casa. Si tratta, dunque, di riprendere l’idea che Michel de Certeau ci ha offerto a proposito di tattica. Nel suo L’invenzione del quotidiano, de Certeau afferma che una tattica è l’azione che viene messa in campo e che occorre a modificare il campo stesso in cui viene posizionata. Mentre le strategie riguardano la complessità e la specializzazione dei campi del sapere e degli interventi sul territorio, la tattica è l’azione che ogni singolo cittadino, che ogni persona può mettere in atto per trasformare il campo urbano, il campo del quotidiano. Le tattiche sono azioni trasformative che riguardano il coinvolgimento delle persone, la scelta di mettere in campo alcune azioni piuttosto che altre. Ed è nel campo delle tattiche che si gioca il peso e il valore della società civile all’interno del territorio. Ogni tattica modifica il campo urbano, come anche ogni non scelta tattica non modifica il campo di intervento. Detto in altri termini, la trasformazione tattica dello spazio avviene attraverso la libertà di scelta di intervento affidata a ciascun cittadino e cittadina, senza i quali non esiste non solo la cittadinanza attiva, ma non esiste neanche la città. L’urbanistica tattica svolge questa funzione di rimessa in campo della società civile nello spazio pubblico, della libertà dei cittadini di intervenire nello spazio pubblico attraverso piccole trasformazioni che risignifichino quello spazio. Dipingere un campo da basket a terra, ridisegnare le strisce pedonali, chiedere una zona 30 per la sicurezza dei bambini, progettare in auto costruzione un giardino di cui prendersi cura, sono solo alcune delle operazioni di urbanistica tattica che rimettono in gioco la società civile, che chiamano i cittadini a scendere in campo attraverso la pluralità dei linguaggi. Infatti, uno dei mezzi più efficienti ed efficaci dell’urbanistica tattica è l’arte come capacità di simbolizzazione dello spazio: dai murales ai colori. Affinché la città non sia solo un sistema di pianificazione e di servizi ma un luogo da abitare.