Territorio, terrorismo, terremoto ovvero il contraccolpo assoluto
Tornando sull’assimilazione fra territorio e terrorismo, seguendo le vicende fra Israele e Palestina, vogliamo sottolineare la comune radice. Il termine territorio, come ben sappiamo, deriva da territor, ovvero colui che possiede la terra, mentre terrorismo dal latino terrere che vuol dire atterrire, ridurre a terra. Come anche per l’etimologia di terremoto, inteso come movimento della terra. La comune radice implica possesso, movimento, riduzione realizzando un singolare legame dialettico fra terra e paura. Dove per terra non intendiamo solo lo spazio ma anche il nostro posizionarci a terra, il nostro essere ridotti a terra, messi a terra dalla paura oppure governati attraverso la paura. Terrorismo, territorio, terremoto, il legame fra terra e paura si riverbera in differenti modi e dinamiche, le quali permettono di giustificare conflitti, guerre, genocidi. Eppure, sottolineando il legame fra territorio e terrore, il primo elemento che vogliamo richiamare non è tanto la dinamica del terrorismo quanto il governo di un territorio attraverso il terrore. Storicamente, infatti, la paura ha permesso di governare territori in maniera estremamente efficace. E se certi legami sono chiari fin dall’antichità, anche oggi il governo del territorio attraverso il terrore orienta scelte politiche e giustifica guerre. Ma la domanda è: come si può governare un territorio attraverso il terrore? Quando la terra non trema, quando non c’è un terremoto, che possa produrre terrore, come è possibile generarlo in maniera artificiale? Qui entra in gioco il terrorismo, come costruzione di una figura di terrore, come proiezione di un terrore atto al governo di un territorio. L’assimilazione fra territorio e terrorismo serve a scatenare guerre, eppure la costruzione del terrorismo e del terrorista corrisponde ad una precisa narrazione, ad un modo di intendere e di considerare il nemico. Infatti, se il nemico si vede e si riconosce in quanto porta una divisa diversa dalla mia, in quanto diviso da me, il terrorista è un nemico fantasma, un nemico diffuso, imprevedibile e imprevisto nei suoi attacchi. Un terrorista può essere in ogni luogo e colpire in ogni momento, costituendo l’innesco per muovere la terra, per un terremoto che, identificando territorio e terrorismo, diviene guerra. Guerra contro territori in cui si annidano i terroristi, territori degli altri, la cui narrazione li pone quei territori come fondativi del terrorismo. Tuttavia, guardando ad ampio spettro la realtà del terrorismo, possiamo riconoscere un ulteriore comprensione del fenomeno legato, come ricorda Slavoij Žižek, al contraccolpo assoluto. Per contraccolpo assoluto, infatti, Žižek indica quel fenomeno di coincidenza degli opposti, di produzione di una identità fra negazione e negato. Il terrorismo, dunque, nasce come contraccolpo assoluto, in coincidenza identificante rispetto a ciò che l’altra parte vuole negare per governare il proprio e l’altrui territorio. Il terrorismo nasce, insomma, per un controllo del territorio attraverso il terrore, come prodotto di ciò che si vuole negare per mantenere il potere. Una coincidenza che permette di produrre terremoti in maniera artificiale, dall’invasione alla devastazione fino ai bombardamenti su intere città. Esplicazione di questo sono quelle immagini in cui le bombe esplodono vicino ai palazzi, smuovendo la terra, rompendo la complessità di relazioni che istituiscono il territorio, ormai ridotto solo ad oggetto di possesso, a spazio contendibile in quanto identificazione con il terrorismo. Fino a commisurare la relazione fra territorio, terrorismo e terremoto come contraccolpo assoluto, come negazione di negazioni, fino al punto zero, al radere al suolo le città.
Caro Matteo
Mi sembra una tracciA importante su cui scrivere più approfonditamente . Grazie già da ora
Caro Matteo
Mi sembra una tracciA importante su cui scrivere più approfonditamente . Grazie già da ora