Salk Institute: ordine, forma, design
Il Salk Institute non è una semplice opera d’arte ma un vero e proprio processo architettonico-filosofico di Louis Kahn. Un complesso studiato come alloggio per gli studenti e come laboratori per La Jolla in California. È una perfetta sintesi di ciò che Kahn riteneva fosse l’architettura e dell’indirizzo filosofico del progetto architettonico. Infatti, secondo Kahn per iniziare un progetto architettonico, come il Salk Institute, bisogna innanzitutto fare una distinzione fra Essenza o Ordine, Forma e Design. Un edificio non nasce con la prima gettata di cemento armato, come non nasce neanche dal primo tratto di matita del progetto dell’architetto. Ogni edificio, secondo Kahn, nasce dall’Ordine che gli si vuole dare. Dove Ordine, per Kahn, costituisce una sorta di voler essere dell’edificio, un che cosa l’edificio è chiamato a diventare. La funzione, quindi, non dipende prima di tutto dalla praticità dell’edificio quanto di ciò che è chiamato ad essere: una biblioteca, una chiesa, una casa ecc. Perché la funzionalità di un edificio è la sintesi dei bisogni degli esseri umani che ne usufruiscono e della simbolica culturale dell’edificio stesso. Una volta concepito l’Ordine, si passa alla forma stessa dell’edificio, dove la Forma esprime al meglio la funzionalità dell’edificio. Ed è qui che Kahn introduce l’idea stessa di Room nella sua duplice accezione di stanza e di spazio. Perché l’essenziale di un edificio non è tanto il materiale con cui viene costruito quanto il vuoto che crea, perché di un edificio noi abitiamo il vuoto ed è il vuoto creato che rimodula lo spazio secondo le nostre funzioni. Nella riflessione fra pieno e vuoto, dunque, si cela la grandiosità dell’architettura di Kahn. Dove ciò che conta non è tanto il materiale architettonico utilizzato quanto la Forma che esprime l’Ordine che viene abitato, il vuoto che permette a noi esseri umani di abitare diversamente gli spazi. A questo si aggiunge il Design come ermeneutica della forma, traducendo in concretezza l’Essenza dell’edificio stesso. in questo modo, il Salk Institute diviene la manifestazione, come anche altre opere di Kahn, di un vuoto che dice molto più del pieno, di un vuoto che viene rimodulato per essere abitato. Per far sì che l’essere umano sia.