Rigenerazione urbana e vitalismo
Da un po’ di tempo si parla spesso della rigenerazione urbana. Pratiche, prospettive, esperienze, mission e vision, enti privati o amministrazioni pubbliche cercano non più di costruire e allargare l’abitato quanto di riutilizzare ciò che già esiste, di sviluppare l’esistente. In questo modo, la rigenerazione urbana non è solo un elemento di moda in questo periodo, quanto un orizzonte nuovo di comprensione, di conoscenza e di saperi legati alle città e ai territori. Un orizzonte di rigenerazione che si distanzia da quello della sola riqualificazione di uno spazio, il che consiste, detto in maniera grossolana, nell’aggiustare uno spazio pubblico o uno spazio abbandonato. Rigenerare, allora, non è solo riqualificare una zona, ma significa ristabilire un legame comunicativo fra i luoghi e le persone. Non solo intervenire sugli spazi, ma anche sulle persone, sul senso e sui significati molteplici della comunità. In questo approccio fra persone e luoghi, fra luoghi che formano le persone e persone che formano i luoghi, intendiamo proporre un approccio vitalista alla rigenerazione urbana. Se consideriamo la città come un organismo vivente, non solo come uno spazio ma come un insieme collettivo di persone e luoghi, di relazioni viventi, allora anche la rigenerazione urbana avrà bisogno di un approccio vitalista. Dove per approccio vitalista intendiamo la capacità che ha ogni organismo vivente di migliorare, di guarire e di curare se stesso attraverso l’aiuto e lo scambio con altri organi, con sostanze che provengono da altre parti del corpo. Oggi, siamo abituati ad una rigenerazione urbana che funziona ancora per luoghi separati, per obiettivi specifici, per quartieri. Per cui il processo rigenerativo non riguarda l’intera città, ma solo una parte di essa, in cui si interviene, si fanno iniziative, si collabora con i cittadini di quel quartiere o di quella zona, si applicano gli interventi e poi si conclude. Invece, concepire la città come un organismo vivente significa aiutare la città e rigenerarsi attraverso la conoscenza fra i quartieri, fra le varie componenti della città stessa, fra le sue varie organizzazioni. Aiutare dei cittadini di un quartiere a guardare ciò che avviene in un altro quartiere e viceversa, per potersi scambiare idee e opinioni, per conoscere luoghi nascosti o poco praticati della propria città. Una rigenerazione vitalista che guarda alla città come un organismo vivente, che concepisce la città in un rapporto olistico fra i quartieri per cui uno aiuta l’altro, ogni cittadino ha la possibilità di guardare alla propria città come un organismo vivente. La cui sopravvivenza dipende anche dalle sue azioni, dal suo pensiero, dal suo esistere.