Nettoyage social
Una delle notizie che meno ha dato adito a polemiche, durante le Olimpiadi, è stata lo sgombero dei senzatetto dalla Capitale francese. L’operazione è stata chiamata dalle principali testate giornalistiche francesi e dai collettivi che si occupano di migrazione e diritti umani: nettoyage social, pulizia sociale. Infatti, 12.545 persone sono state sfrattate dalle loro abitazioni precarie tra il 1 maggio 2023 e il 30 aprile 2024, secondo un rapporto pubblicato all’inizio di giugno 2024 dal collettivo Revers de la Médaille. Un’operazione che ha accelerato i tempi durante gli ultimi giorni prima delle Olimpiadi, spostando quasi 5.000 persone nelle zone di Saint-Denis e Marsiglia. Le Olimpiadi più inclusive di sempre, a detta di Macron, hanno visto migliaia di persone scartate dalla città stessa, posti in alloggi temporanei per una ventina di giorni e poi nuovamente in strada. La discutibile operazione ha trovato eco anche nei media italiani, anche se, con la fine delle Olimpiadi siamo quasi certi che non giungeranno più notizie sui media per quanto riguarda il ritorno o meno di queste persone all’interno della città di Parigi. Tuttavia, è una operazione che fa riflettere su molti fronti, oltre a destare una forte preoccupazione. Il primo elemento di domanda che ci possiamo porre è a quale categoria appartengano queste persone? infatti, dalle fonti giornalistiche emerge un quadro molto ampio di persone che vivono in città e che da una parte sono estremamente sole mentre dall’altra è gente che ha piccoli contratti lavorativi a nero, oppure è a Parigi in cerca di lavoro. Un quadro di scartati estremamente composito, radunato tutto sotto il comune denominatore della vita in strada o nei centri di accoglienza in quanto impossibilitati a permettersi un appartamento. Scartati che non sono solo poveri materialmente, ma anche non in grado di raggiungere uno standard economico in grado di permettere loro di vivere in una abitazione. A questo si aggiunge anche la considerazione di status di cittadini per queste persone. I clochard sono cittadini? Da cosa è determinato il diritto alla città? Dalle capacità economiche? Perché se fosse solo questo allora basterebbe alzare o abbassare il livello economico di accesso all’abitazione o ai servizi per determinare chi sia il cittadino. Un ulteriore passo in vista della complessità del fenomeno è l’immigrazione, in quanto molte persone sono anche migranti e richiedenti asilo, trasportati in altre città che, come Marsiglia, vivono già forti difficoltà sociali e migratorie. Per cui, alla complessità dell’indicazione sulla cittadinanza dei clochard, si aggiunge anche la difficoltà sociale che vive la città in cui queste persone sono state dislocate. Città di migrazione a cui si aggiungono altri migranti, senza una copertura economica in grado di tutelarli. Sindaci che hanno protestato dinanzi al piano di Macron di liberare Parigi dagli scartati in quanto totalmente impreparati ad accogliere altre persone. Un passaggio importante che non riguarda solo Parigi ma questo slittamento da una nettezza urbana ad una nettezza umana, di cui la nettoyage social, la pulizia sociale sembra essere un fenomeno che si potrebbe iscrivere nella metafisica degli scarti che ancora governa il nostro sistema e che non sappiamo ancora affrontare.
Verissimo. Ormai, pur di apparire belli non si guarda più in faccia a nessuno e a niente. Parimenti nel paese in cui abito, Gioia del Colle, c’è un quartiere che quando piove forte entra l’acqua nelle case. Molte abitazioni hanno predisposto dei binari rudimentale alla base degli stipiti della porta d’ingresso dove, quando piove forte, infilano una tavola di circa trenta cm che funge da barriera. Ma attualmente si sta rifacendo tutta la pavimentazione in pietra bianca di una parte del paese che stava bene, non era necessario intervenire in quella zona. Ma farsi il look, pare, sia più importante di soddisfare le necessità. Farò il possibile per far nascere un comitato di quartiere per dimostrare ai nostri governanti comunali, che se continuano ad ignorare il problema non rischiano solo il voto di una singola persona che va a protestare, ma quello di un quartiere intero, circa quattromila persone. Visto che, il consenso elettorale, é l’unico argomento che i nostri rappresentanti politici capiscono.
Attualità del concetto di realismo terminale: la pratica dello scarto applicata agli ultimi in una scala del benessere e dell’apparenza…
Pulizia sociale…. ricorda la pulizia etnica… in questo caso si tratta di poveri che presto saranno schiacciati, i primi a soccombere in un mondo in cui potremo salvarci solo comprando l’acqua potabile, raffrescando le nostre case e anche, perché no, scappando dalle guerre.