Masada, resistenza dell’esistenza
Roccia e resistenza. Non solo roccia resistente ma anche resistenti come la roccia. Questo è avvenuto a Masada, la fortezza del mai più. Collina nel deserto, luogo solitario in cui è stato possibile vivere per tre anni. Tre anni di resistenza, di roccia, di ribellione, di lotta. Non solo contro i legionari romani, non solo per le forze ebree, non solo per un popolo, ma come segno di chi non si vuole arrendere, di chi continua a lottare, anche in solitudine, anche nel deserto, anche quando tutta la potenza del nemico sembra sommergerci. Masada è il luogo della resistenza. Resistenza anche alle possibili identificazioni del luogo con un singolo popolo oppresso e oppressore. Masada è la fortezza della roccia, la roccia nella fortezza, il luogo del silenzio e della solitudine, come condizione della libertà. Non un luogo chiuso in se stesso, ma che apre all’orizzonte, fra il mare e il cielo. Condizione terrestre di chi lotta per la libertà, con lo sguardo all’orizzonte, alla possibilità dell’oltre, di un mondo alternativo, di un modo alternativo di vivere. Questa è la roccia di Masada, la resistenza dell’esistenza.