Luoghi appartati
Ci sono orari, stagioni e luoghi delle città in cui si concentrano momenti particolari della vita e delle relazioni, soprattutto di coppia. La città non è mai fatta di una sola forma e di un solo livello di socialità, ma alcuni luoghi dispongono e predispongono ad un certo grado di socialità, mentre altri luoghi dispongono ad altre forme di socialità. Una manifestazione di questa disposizione dei luoghi, di questo ambiente-milieu sociale sono i “luoghi appartati”. Nelle città marittime, ad esempio, questi “luoghi appartati” sono costituiti dalle strade adiacenti al mare che si trovano, in particolare, nelle zone periferiche della città dove la poca illuminazione garantisce una certa intimità. Oppure sono arredi urbani in luoghi pubblici, in particolari ore della giornata: panchine, giochi per bambini, aree picnic. Sono luoghi in cui non necessariamente si consumano rapporti sessuali ma in cui, in modo particolare giovani coppie, cercano un momento di intimità, per parlare, guardare un film, o semplicemente sostare. Caratteristica di questo modo di appartarsi è, sicuramente l’automobile, che permette di trasformare un luogo da funzioni pubbliche a relazioni private. Ma è qui che la dicotomia tra pubblico e privato inizia a scricchiolare. Perché i luoghi appartati non sono luoghi privati ma ambienti sociali che, per le loro disposizioni (scarsa illuminazione, scarsa fruizione, scarso passaggio di persone) permettono di vivere relazioni di una certa profondità e intimità. Non si tratta di una istituzionalizzazione di questi luoghi ma di una informalità che garantisce altri registri e altre regole. Sono luoghi, insomma, non disposti o predisposti da una amministrazione, ma situazioni che convergono in un contesto e che favoriscono forme relazionali appartate. Dove un luogo appartato non può essere assimilato ad un luogo privato. Infatti, nei luoghi appartati non abbiamo una cesura con l’esterno come potrebbe essere in un luogo privato, ma un continuo scambio con l’esterno, con lo spazio pubblico. Infatti, nei luoghi appartati esistono delle regole non scritte fatte di discrezione e complicità che garantiscono una certa dose di tranquillità e per cui anche una semplice macchina che lampeggia con i fari mentre passa, viene vista come una minaccia. Sono luoghi in cui la ricerca di intimità pone nuove regole informali e che tali rimangono. Sono luoghi che sfuggono ad un controllo e, al tempo stesso, ad una dicotomia fra privato e pubblico. Luoghi che, probabilmente, sono legati ai nostri ricordi più belli e che ci permettono di amare un po’ di più le nostre città.