L’orco
Gordon e Bullock indagano sul caso irrisolto di un serial killer che uccide giovani donne a Gotham City, mentre Fish progetta la fuga dall’isola in cui risiede e opera il Fabbricante di bambole. All’inizio dell’episodio, i primi locali che vediamo sono appartati e si può entrare in un luogo non pubblico. Sono locali privati e privatizzati, adatti ad un pubblico tutto particolare, un pubblico scelto con legami e relazioni ben determinate. A questi si aggiungono anche locali dove si tira di oppio e in cui si nasconde l’amico di Alfred, il quale lo ha pugnalato. La sala di oppio si trova all’interno di una mansarda abbandonata, simbolo dello squallore e della miseria umana. Locali dei bassifondi, in cui lo scarto umano diviene anche scarto urbano, e le varie miserie si consumano. Tuttavia, il punto di interesse dell’episodio si concentra sulla dimensione della casa e della relazione con lo spazio urbano. Se casa di Jim è una casa senza porte e con grandi finestre, la casa dell’Orco è scissa in zone, in spazi e stanze completamente differenti l’uno dall’altro, insonorizzata e con un ascensore che conduce direttamente all’interno dell’appartamento. Dopo varie indagini, Gordon e Bullock scoprono che questo nuovo serial killer si fa chiamare l’Orco, un uomo bello e affascinante, di rango elevato che sfigura e sfregia le sue vittime, prima di ucciderle. La casa dell’Orco è la casa che cerca di nascondere e di celarsi allo spazio pubblico. Se la casa di Jim Gordon lascia trasparire un senso di autenticità in quanto non servono porte e chiusure rispetto alle finestre, la casa dell’Orco è completamente separata dallo spazio pubblico, sia urbano che condominiale. Una visione che può essere letta in relazione al potere per cui se hai qualcosa da nascondere o costudisci delle malefatte o delle perversioni, la casa ha bisogno di essere separata dallo spazio pubblico. Al contrario, se sei una persona onesta e non hai nulla da nascondere la tua dimora può anche non avere porte e finestre. Una immagine che ci racconta di una ideologia totalitaria e pervasiva del potere, per cui anche una porta segna il sospetto e il confine fra il bene e il male. A questa visione totalitaria del potere che passa attraverso le due tipologie abitative, c’è un ulteriore sintesi totalitaria nella casa del Fabbricante di Bambole. Lo studio del Fabbricante, infatti, rimanda al nazismo, con tende rosse e bianche e con una pistola Lager in uso alle SS, sfoderata dal personaggio. L’isola è un grande campo di concentramento, dove si fanno esperimenti sugli esseri umani, dove la vita non conta nulla e ciò che davvero importa sono i pezzi umani da sostituire.