Le regole di Gotham
Una delle città dei fumetti forse più riuscita è Gotham. Una città tutta particolare in quanto costruita per il suo eroe, cucita addosso al suo eroe, a Batman. Una città sempre in bilico sul caos, ma con delle proprie regole. In quest’anno, vogliamo tentare di affrontare, attraverso la città di Gotham, le città reali, le crisi nascoste o manifeste all’interno delle nostre città, all’interno della loro complessità. Perché Gotham non è solo una città di fantasia, è la città che invoca un eroe, che chiede l’aiuto di un eroe, che è costruita e scritta per ospitare la figura di un eroe. Un eroe che, tuttavia, non salva la città, ma la conserva nel suo caos, nelle sue regole. L’intento di questa analisi che occuperà molte delle nostre riflessioni è esattamente quello di chiederci come e quando le città invochino un eroe che le conservi nel loro status quo, che le salvi non dai nemici esterni, ma da loro stesse. Gotham, infatti, è una città scritta e costruita non per essere salvata, in realtà, perché la sua salvezza corrisponderebbe alla sua rovina. Gotham è costruita per essere conservata nei suoi meccanismi di violenza. Ed anche Batman, l’eroe della città, in realtà non innesca nessuna forma di cambiamento e di trasformazione, ma funzione da deterrente contro la criminalità, combattendo sempre e comunque gli stessi nemici. Un eroe che accetta di non sconfiggere mai i suoi nemici, di non tagliare mai il filo che lega Gotham alla sua spirale criminale. Per questo Batman viene definito un sorvegliante, un vigilante, piuttosto che un eroe nel vero senso della parola. Una continua rincorsa reazionaria nella conservazione di un equilibrio precario, per cui alla violenza si risponde sempre con altre forme di violenza. Anche se Batman non fa uso di armi, la città lo spinge ad utilizzare la violenza, lo induce e lo autorizza all’utilizzo di una violenza al di sopra delle leggi, in una sorta di Stato d’eccezione provocato dalla diffusa criminalità che, tuttavia, non accenna a diminuire, neanche ad arrestarsi. Perché le regole di Gotham sono improntate sulla violenza, ed ognuno è chiamato ad entrare in questo gioco violento e traumatico allo stesso tempo. La prima puntata della serie tv Gotham, sulla quale ci soffermeremo per analizzare le dinamiche della città, ci rivela la sua drammatica trama: la violenza. Tutto ha inizio con l’omicidio di Bruce e Martha Wayne, il celebre trauma che innesca la riflessione e la vera vita di Bruce Wayne. Prima dell’omicidio dei suoi genitori, Bruce è sostanzialmente invisibile, un ragazzino come tanti altri, mentre la violenza esercitata sui suoi genitori lo rende un cittadino vero e proprio, un rito di iniziazione per entrare a Gotham, per diventarne cittadino a pieno diritto. La nascita in Gotham di Bruce Wayne è nella contraddizione della città oscura, fra i grandi grattacieli e i vicoli bui. Contraddizioni che danno l’avvio alla narrazione stessa della città e della serie. Contraddizione fra una piccola èlite di ricchi di cui fanno parte i coniugi Wayne che si preoccupano di dare l’esempio e di aiutare e una grande quantità di poveri, sbandati, affamati che si accontentano di qualche furto pur di sopravvivere. Contraddizione segnata dal gioco delle regole stesse, in cui è Carmine Falcone, il boss della criminalità organizzata ad evidenziare il fatto che ci sono delle regole da rispettare. E le regole si basano sul minimo comune denominatore della violenza fatta per eludere le regole, fatta per mantenere le regole. In un modo o nell’altro, non si sfugge dalla violenza e sarà dalla violenza che nascerà Batman, rispecchiando il gioco della città stessa e utilizzando la violenza come incarnazione dello Stato d’eccezione, come vigilante nell’oscurità. La sola traccia visibile di Gotham.
Interessante lo schema planimetrico della città, chiaramente ispirato allo schema urbano di Manhattan, così come l’articolato “Finger River” che divide in due Midtown e Downtown.