Le città metropolitane: vivere in rete
La città metropolitana costituisce il 15% del territorio italiano e vivono il 40% della popolazione. Nati come sostituzione delle province, hanno la caratteristica di essere densamente abitate. Città come Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Sassari, Torino e Venezia, nelle loro differenze, hanno la caratteristica di essere aree in cui vive la quasi maggioranza della popolazione italiana. Le città metropolitane, dunque, si costruiscono intorno ad un centro più grande e una zona metropolitana posta in stretta relazione con il centro più grande. A differenza delle provincie, le città metropolitane sono organismi intermedi che funzionano su base scalare mettendo in connessione i differenti centri urbani del territorio. Sono enti di area vasta che si occupano della cura e della gestione degli interessi del territorio, traducendo gli obiettivi nazionali e internazionali su base scalare. Per questo motivo, i compiti della città metropolitana vanno dalla gestione strategica del territorio in relazione alle indicazioni nazionali alla ideazione di una pianificazione che metta sempre più in contatto le varie zone del territorio. Il rischio della città metropolitana è, come possiamo intuire, quella di fagocitare i piccoli centri urbani, rimandando tutto al centro più grande, rendendo i piccoli centri quasi dei quartieri della città più grande. Tuttavia, oltre i rischi della città metropolitana, il senso di questo ente intermedio è quello di gestire la complessità di territori densamente abitati, cercando non semplicemente di facilitare le cose, ma di innescare strategie e processi che mirino ad una visione comune del territorio, su base scalare. In altre parole, la funzione della città metropolitana non è quella di inventare di sana pianta delle nuove realtà o di moltiplicare gli enti e gli incontri con il territorio, ma di fornire gli strumenti pianificatori e strategici affinché le linee nazionali e internazionali possano giungere, a differenti scale, sul territorio di area vasta. L’idea di fondo, dunque, è quella di integrare l’idea di città con quella di connessione sul territorio. La metropolitaneità delle città non si basa sulla grandezza della città in sé, sul prestigio o sulla potenza economica, ma sulla connessione con il territorio circostante, con la capacità di far interagire ogni città con le altre. Una rete rizomatica di città, in questo consiste la città metropolitana, in cui ogni città si scopre dipendente dalle altre, in stretto rapporto con le altre e non può esimersi dal collaborare con le altre. In quest’ottica, ogni città ha bisogno di entrare in un sistema metropolitano, in una connessione di elementi e di strategie che la rendano non solo vivibile ma, soprattutto, sostenibile all’interno del territorio. Un esempio di questa visione metropolitana delle città può essere dalla conoscenza di ciò che avviene nelle altre città limitrofe, non solo in termini di eventi ma anche in relazione alla qualità dell’aria al numero di aziende o di elementi inquinanti. Se una città è inquinata, insomma, ne fanno le spese non solo gli abitanti di quella determinata città ma anche delle città limitrofe. In questo consiste il concetto di metropoli, di connessione rizomatica fra le città, in cui la città più grande fornisce una rappresentatività di tutto il territorio, senza fagocitare il resto. Una città che si riscopre metropoli in quanto capace di attuare su scala territoriale, le profonde connessioni e interconnessioni che caratterizzano la nostra epoca.