La Conica, laconica, iconica
Come ogni inizio anno, la nostra riflessione inizia con il modello di una caffettiera. Quest’anno, oltre la presentazione della caffetteria, vogliamo aggiungere una sopresa al nostro sito. La caffettiera che presentiamo quest’anno è La Conica. Disegno di Aldo Rossi del 1984, La Conica è la prima caffettiera disegnata da Aldo Rossi. Dalle forme geometriche, caratterizzata dall’essenzialità razionale e minimalista, si presenta come oggetto che ha segnato la storia del design italiano e internazionale. Il nome scelto da Aldo Rossi sta ad indicare non solo le forme della caffettiera, ma anche l’essenzialità di una lunga, data la sua assonanza con il termine laconico. Una caffettiera, allora, che non mostra fronzoli, decori o ornamenti, ma la purezza della forma, come la purezza del linguaggio, l’essenzialità della vita stessa. Una caffettiera La Conica, per indicare una parola e una vita laconica, ovvero priva di orpelli che possano ingabbiarla e distrarla. E, all’essezialità della vita, c’è il luogo. Non c’è essenzialità della vita, non c’è fulcro storico ed esistenziale che non sia caratterizzato da un luogo. Perchè quando pensiamo all’essenzialità della vita, non stiamo pensando ad una astrazione dalla vita stessa, ma ad un luogo in cui tornare, ad un luogo in cui abitare. Un luogo che potremmo definire iconico, come una finestra da cui poter socrgere l’essenziale, il gusto profondo della vita. Come ci mostra Aldo Rossi nei suoi bozzetti per La Conica, la caffettiera ricorda l’essenzialità di un luogo, in cui poter tornare, un luogo-icona che racchiuda l’infinito essere che siamo. Per questo motivo, sotto il disegno de La Conica vogliamo raccogliere delle riflessioni i-coniche sulla città: impressioni, dialoghi, relazioni di vita vissuta. Una specie di diario di flanerie di città che ho attraversato e che sono divenuti luoghi di incontri. La scrittura di questo diario è volutamente Laconica, ovvero ristretta, spartana, fatta di tratti, cifre ed impressioni che, per utilizzare un’espressione di Florenskij, possano far intravedere una pneumatosfera, un ambiente esistenziale e urbano, sintetizzato nell’attività dello spirito, dell’interiorità. Per raccontare ancora i luoghi dell’essenziale.
Spesso la vita ci porta a percorrere strade e sentieri, grazie ai quali, impariamo a distinguere i fronzoli dai contenuti. Quindi l’essenziale come concetto e il luogo come concretezza.