Il “verde” per una qualità umana della vita
Sotto la terminologia di “verde”, nelle città, è nascosto un sottobosco estremamente differente e complesso. Cosa significa che vogliamo città più verdi? In cosa consiste il verde pubblico? Quali sono le piante che rendono non solo più belle, ma anche più respirabile l’ambiente urbano? Innanzitutto, quando parliamo di verde all’interno delle città ci occorre pensare in maniera differente. Un pensiero differente che ci fa transitare dalla zonizzazione del verde verso un approccio sistemico. Nei piani urbanistici, il verde consiste in una zona, in particolare la Zona F, del vecchio modo di pianificare la città. Un’altra definizione che abbiamo offerto di “verde” è legata allo standard urbanistico, ovvero ad un margine di albero e di fiori all’interno della città che possa garantire non solo l’abbellimento pubblico ma anche la qualità dell’ambiente in cui viviamo. La zonizzazione del verde e lo standard urbanistico, insomma, da una parte hanno inserito il verde fra le categorie della pianificazione urbana mentre dall’altra hanno posto un argine alla cementificazione selvaggia, al pericolo idrogeologico, alla qualità dell’aria che respiriamo. Tuttavia, inserire il verde come categoria urbana ancora non basta a farci prendere coscienza di cosa sia veramente e a cosa serva veramente all’interno delle nostre città. L’approccio funzionale al verde urbano è da collocare in una visione molte più ampia di funzionalizzazione della città che ci fa perdere di vista un approccio ancora più profondo, vitale e riflessivo con le piante. Approccio che possiamo chiamare sistemico, dove per approccio sistemico indichiamo una visione più ampia della funzionalità della pianta e, al tempo stesso, una visione che riguardi i cicli vitali delle piante nelle nostre città. Il verde urbano, dunque, non solo nella sua funzione di ornamento ma come risorsa in grado di migliorare la qualità della vita, di migliorare la resistenza del terreno su cui sono costruite le abitazioni, di purificare l’aria e di abbassare la temperatura nei periodi più caldi. Un approccio sistemico che prevede la cura del verde, dalla potatura all’eradicazione e piantumazione, secondo i cicli della pianta stessa più che secondo i bilanci comunali o i pericoli che le piante possono procurare alla circolazione o ai passanti. Si tratta, dunque, non solo di chiedere più verde o di piantare semplicemente più alberi, ma di scegliere quali alberi, informare i cittadini sulle proprietà di una pianta piuttosto che di un’altra, lavorare sulla qualità delle piante esistenti e, al tempo stesso, educare la cittadinanza ad una comprensione nuova del verde. Una comprensione che lavori sulla coscienza di sé all’interno delle città, di sé come organismo vivente insieme ad altri organismi viventi che vivono in città, di sé che trae vantaggi non solo quando la strada è perfettamente asfaltata ma soprattutto quando riesce a respirare meglio perché in città ci sono alberi e riesce a riconoscere quali alberi incontra e le loro specificità. In un approccio sistemico ed ecosistemico alla città, per cui gli alberi non hanno solo una funzione di argine e di ornamento, ma di una qualità umana della vita.