Il fabbricante di bambole
Mentre Gordon cerca informazioni sull’ultimo misfatto del commissario Loeb, la fedeltà di Fish finita prigioniera su un’isola, viene messa in dubbio dagli altri prigionieri. Nel frattempo, Flas viene prosciolto dall’arresto per omicidio e traffico di droga grazie al capitano della polizia, Loeb. Durante la narrazione, Fish Mooney scopre di essere finita su un’isola dove il Fabbricante di Bambole sostituisce pezzi alle persone, prendendoli dai suoi prigionieri. Tutta la puntata si gioca su un unico cardine che si rivela in una frase che viene detta a Jim Gordon: Tutti hanno scheletri nell’armadio, i loro Cobblepot che ritornano. Tutti i personaggi coinvolti, dal capo della polizia Loeb a Fish Money, dal Fabbricante di Bambole al corrotto commissario Flas, per giungere anche a Jom Gordon hanno elementi nascosti, parti della loro vita in ombra e che nessuno deve venire a conoscere, pena l’esclusione e la marginalità dalla società. Per il Fabbricante di Bambole gli scheletri nell’armadio sono i suoi stessi pazienti che egli combina e ricombina, pezzo dopo pezzo. Per Fish Money sono le sue promesse nei confronti degli altri prigionieri, per il capo della polizia è sua figlia che, malata di mente, uccide sua madre da piccola. Ed anche Gordon avrà a che fare sempre con il suo scheletro nell’armadio, Pinguino. Nella città di Gotham, dunque, sembra non esserci posto per la trasparenza e dietro l’onestà dei cittadini e di coloro che dovrebbero mantenere la giustizia, si staglia un’ombra cupa che solo un cavaliere senza macchia e senza paura potrà dipanare. In questa dimensione di luci e ombre che coinvolge tutti e non pone distinzioni fra buoni e cattivi, la narrazione urbana invoca un Batman che è al di sopra della paura, al di sopra delle ombre, al di sopra della luce, al di sopra delle leggi. Un uomo forte che possa guidare la folla anonima alla salvezza, mentendo l’ordine costituito.