Elettroesecuzione
Nel tentativo di riavere il suo lavoro, Gordon cerca di catturare Jack Gruber, uno psicopatico con la mania per il controllo mentale attraverso l’elettricità e fuggito dall’ospedale psichiatrico facendo ricadere la colpa dell’omicidio su una infermiera. Il perno intorno a cui ruota la puntata è dato da una descrizione antropologica che ne fa Jack Gruber. Per lui gli esseri umani sono macchinari rotti all’interno di una fabbrica abbandonata, grande quanto il mondo. Macchinari che vengono sostituiti da altri sempre più recenti o, al massimo, riparati quando sono ancora buoni. Lo strumento che utilizza per riparare le persone è l’elettroshock. Scariche elettriche che attivano o spengono il cervello umano, rendendolo docile o obbediente, assuefatto a tutto e capace di tutto. L’elettroshock che non concerne solo una terapia ma diviene un modo d’essere, una capacità di condurre gli esseri umani a reagire semplicemente a stimolazioni nervose. Secondo Gruber, infatti, prima di riparare l’essere umano come se fosse un macchinario, occorre renderlo una macchina, occorre spegnere in lui quella capacità critica e autonoma, di libertà e responsabilità, che lo rende umano. Bisogna, insomma, prima di tutto macchinizzare l’essere umano, renderlo docile ad uno stimolo che può essere indirizzato e controllato in alcune parti del cervello. Questo è ciò che rende anche il cittadino una semplice pedina all’interno della città dismessa, di una città che ha solo stimoli elettrici, che reagisce per impulso e ordine, per controllo e violenza, per potere e avidità. Anche Gordon è all’interno di questa dinamica urbana, di uno shock elettrico che diviene il solo stimolo alla reazione, senza più libertà e desideri. È anche la reazione di Falcone quando uccide la pedina messagli accanto da Fish Money per controllarlo. Tutti rispondo ad impulsi elettrici per mantenere se stessi, tutti non hanno una vera e propria possibilità di scegliere in quanto acquietati sotto l’effetto macchinico della macchina e della fabbrica urbana. Una situazione che rende la città e i cittadini sospesi, come manifestano le inquadrature di Gotham, né dall’alto né dal basso, e i mezzi pubblici che attraversano la città. La realtà è un fascio di stimolazioni nervose a cui rispondere, assuefatti dal controllo, come l’aria che respiriamo.