Cittadini temporanei e cittadini residenti: turismo e qualità della vita
Da qualche anno, dopo la pandemia, sembra che i flussi turistici stiano tornando ai livelli prepandemici. Si torna a viaggiare, a visitare città durante il tempo libero, ad essere turisti. Eppure, la relazione fra turismo e città ha bisogno di un progressivo e radicale ripensamento. Il fenomeno turistico è legato al fenomeno di massa, all’usura di massa del mondo, direbbe Rodolphe Cristin. Da un lato si parla di overturism, ovvero di una troppa presenza di turisti nelle città, mentre dall’altra si cerca ancora di incrementare il turismo nelle città. La concezione di fondo rimane il considerare il turismo la maggiore fonte di reddito per molte delle città italiane. Per questo motivo, ci si affatica nel favorire l’impresa privata dei bed and breakfast, delle strutture ricettive, dei vari bar e ristoranti che, in un primo impatto, sembrano dare l’impressione del turismo. Tuttavia, la prima relazione da essere posta sotto la lente critica è proprio il nesso fra imprese private di ricezione turistica e aumento del turismo. In altre parole, non è detto che ampliare la ricezione turistica aumenti il turismo nella città. Anzi, l’aumento della ricezione turistica porta ad un aumento della micro impresa privata da una parte ma anche all’aumento di una delega dei centri storici ad essere immense piazze di turismo per un periodo temporaneo dell’anno, per un arco di tempo che inquadra, grosso modo, le stagioni favorevoli. Così, i centri marittimi prendono vita solo in determinati mesi dell’anno, invece i centri montani in altri mesi, per poi nuovamente spegnersi. Assistiamo a città che si accendono e si spengono a seconda del turismo, perché sostanzialmente il tempo del turista è un tempo sospeso, un tempo d’eccezione e non di quotidianità. Un tempo ristretto per vedere solo e soltanto alcuni elementi di massa, alcune zone della città che sono ormai entrate nell’immaginario turistico. Così, dal momento che le città hanno bisogno di trarre la maggior parte dei loro profitti in un tempo determinato, come è il tempo del turista, ecco che i prezzi salgono, le violazioni aumentano, la qualità dell’offerta turistica diminuisce. Città in cui il turismo diventa la principale fonte di reddito degli abitanti produce delle città sanguisuga, città in cui il turista viene depredato di tutte le sue sostanze, il che contribuisce solo a diminuire la qualità dell’offerta turistica. Occorre, invece, riscoprire il valore dell’offerta turistica, chiedersi cosa davvero si vuole offrire ad un turista, il perché un turista vorrebbe passare un po’ di tempo all’interno della città. Da queste piccole riflessioni possiamo comprendere che la temporalità del turista non è data semplicemente dalla fruizione delle opere o dei monumenti, ma dall’esperienza che vive all’interno della città stessa. Occorre, dunque, rifondare l’offerta turistica sull’esperienza che la città stessa offre a cittadini temporanei. Ma per fare questo, serve ripensare la vocazione stessa della città, la sua storia, le sue tradizioni, il rapporto che ha innescato e che continua a vivere con tutto il territorio. Ripensare agli eventi della città, dislocati in differenti zone urbane, mostrare non solo cosa è stata la città ma quale messaggio può ancora offrire al cittadino temporaneo, rendendolo partecipe anche della vita urbana, delle decisioni urbanistiche e politiche. Si tratta, insomma, di far sentire il turista un cittadino temporaneo. Come quando un ospite visita per la prima volta casa nostra e cerchiamo di informarlo di come è stata pensata, come è stata disposta, come avviene la quotidianità della vita. In questo senso, il turista vive l’esperienza del cittadino temporaneo, di colui che si sente parte della comunità urbana, che riceve e rielabora un messaggio che la città stessa è capace di offrire. Ma per far questo, seguendo l’intuizione di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, bisogna guardare alla qualità della vita dei cittadini residenti all’interno della città. “Il turismo del futuro? Parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di essere felici, dalla loro cura verso la terra che abitano. I turisti arriveranno di conseguenza”. La qualità dei cittadini temporanei dipende dalla qualità dei cittadini residenti, senza questa qualità ci sarà solo usura e predazione turistica, che vale per quel che vale.