Città d’arte e anima delle città
Le città d’arte sono quelle città che hanno fatto dell’arte un ruolo centrale per la loro identità culturale. Sono quelle città che hanno intessuto con l’arte un ruolo tutto particolare e che, oggi, investono ulteriormente nel preservare e portare avanti questo dialogo con l’arte. Tuttavia, se questo vale come definizione generale per una città d’arte, la realtà dialogica fra arte e città è più complessa e stimolante. Infatti, riproporre il tema delle città d’arte a livello istituzionale, significa mettere insieme una serie di prospettive, di capacità e di competenze che vanno dal turismo alla storia dell’arte, dalla massificazione consumistica dell’arte alla gestione urbana dei flussi turistici. Insomma, fare dell’arte un punto fondamentale per la propria cultura, come ben sappiamo e possiamo vedere nelle nostre città, significa sviluppare tutta una serie di servizi che, n parte, riguardano anche il turismo. Ed è qui che, con questo piccolo intervento, vogliamo porre l’attenzione. Infatti, parlare di città d’arte significa saper bene utilizzare il patrimonio artistico come volano per il turismo, ma questo rischia di essere un approccio utilitarista e devastante sia per il patrimonio artistico sia per la dimensione urbana. In altri termini, pensare di essere città d’arte solo per una determinata categoria come possono essere i turisti o ritenere che l’arte sia solo rinchiusa in una dimensione istituzionale, significa fare un torto ai cittadini di quella città e agli spazi urbani. Infatti, la radice di una città d’arte è data dal dialogo che, a livello storico e sociale, l’arte ha intessuto con la città e viceversa. Monumenti, opere, paesaggi, architetture, chiese, hanno da sempre intersecato la storia della città, di quella città, contribuendone a formare l’anima stessa. L’arte, infatti, in questo dialogo con la città ha contribuito a darne un’anima che significa non solo una forma statica e identitaria ma costantemente in movimento e in organizzazione. Per anima, infatti, intendiamo il principio organizzatore che ci permette di fare sintesi di una città e di differenziarla da un’altra città. L’anima della città, dunque, è una realtà metafisica che ci consente di non guardare solo a palazzi, strade, piazze come se fossero identici in una città piuttosto che in un’altra. Ma ci permette di cogliere come quella città abbia assunto una forma che continua, ancora oggi, a formarsi e a realizzarsi in maniera specifica e differente rispetto ad un’altra. Per cui anche se tutte le città sono formate da palazzi, strade, piazze, ponti e così via, l’anima è la stratificazione che pone una forma sintetica alla città, che ci permette di scandagliarne l’organizzazione interna, il pensiero e la parola che quella città ci vuole offrire. Ed è qui che l’arte, come pratica il più ampia possibile, ci offre una lettura ermeneutica di ogni città. una lettura ermeneutica storica ma ancora oggi viva nelle città che dialogano con l’arte.
L’arte, la storia, l’architettura e tutte le componenti che concorrono alla nascita e alla crescita di una città, fanno parte dell’attività dell’uomo, dell’operato intellettuale e culturale dell’uomo. E tutti i riflessi, che questi settori che caratterizzano la città, si ripercuotono in positivo o in negativo sulla vita della città. Vita che scorre nelle arterie cittadine come il sangue scorre nelle vene del corpo umano.