Piccole e medie città come laboratori di prossimità
Le piccole e medie città vengono definite in base alla densità urbana che, ad oggi, diventano i maggiori laboratori di immaginazione urbana. Parlare di piccole e medie città significa parlare di spazi urbani con una popolazione che va dai 10.000 ai 100.000 abitanti. Con scale differenti e contesti estremamente diversi, le medie e piccole città sembrano essere lontane dagli interessi dell’imprenditoria e degli scambi economici nazionali e internazionali. Ragionare sulla città, oggi, significa quasi sempre ragionare sulle grandi città, sulle metropoli e sui loro differenti problemi e fenomeni sociali. Tuttavia, le piccole e medie città conservano delle potenzialità innovative che possono servire sia per riconoscere e ricomprendere cosa significhi vivere in città, sia per riproporre una misura umana e umanizzante alle città. I problemi delle metropoli contemporanee, infatti, non sono solo problemi spaziali o temporali, ma antropologici, ovvero legati alla vivibilità umana e a cosa intendiamo oggi per umano. Perdersi nel traffico, gestire i rifiuti, aumentare le discrepanze fra ricchi e poveri, aprire nuovi centri commerciali o chiudere i vari negozi locali, proporre servizi per il turismo nelle città significa ritornare a domandarsi che senso ha vivere nelle città, che cosa ci spinge ancora oggi ad ingrandire le città o che cosa cerchiamo nelle città ma, ancora di più, interroga il nostro vivere bene. I problemi delle metropoli sono problemi legati alla vivibilità, dall’accumulazione di stress all’anonimato che genera meccanismi di dipendenza. Per questo motivo, la scala delle piccole e medie città, pur con altri problemi e fenomeni, può ancora aiutarci a capire la misura umana legata allo spazio urbano. Il punto fondamentale, a nostro parere, legato alla scala delle piccole e medie città è la prossimità. Nelle piccole e medie città, ciò che è ancora essenziale è la relazione di prossimità che si può vivere. Prossimità che si declina in legami di parentela, in relazioni sociali, in attivismo, in contatti ravvicinati con la pubblica amministrazione e con il mondo politico locale. In questo senso, allora, le piccole e medie città sono ancora dei laboratori di immaginazione urbana legato all’immaginazione umana, a cosa intendiamo quando parliamo del vivere in città e perché ancora vogliamo vivere in città. Particolarmente significativo, riguardo al concetto di prossimità, rimane l’innovazione tecnologica che porta i cittadini ad una partecipazione attiva e consapevole all’interno dei processi urbani, come anche ad una raccolta di dati e di informazioni che possono rendere un servizio urbano sempre meglio gestibile. In questo senso, la tecnologia è uno strumento che favorisce la prossimità all’interno delle piccole e medie città, come anche potrebbe sviluppare una rete di mutuo aiuto all’interno dei vari quartieri. Piccole e medie città, insomma, diventano sempre più un laboratorio di prossimità, una possibilità in cui riscoprire e riconoscere che vivere in città non è solo una questione di convenienza ma una possibilità di essere umani, un po’ più umani.
Sante parole. 😇
Condivido questa riflessione. La faccio girare. Grazie