De profundis
Soffitto incollato al pavimento. Statua che grida in un silenzio assordante: perché a me, Signore? Prigioniero, brigate, ateo e messia, ingarbugliato fra il buio e la supplica. Prigioniero politico, supplice sofferente, innocente che sconta i peccati di una sofferenza senza senso. De profundis clamavi, Domine. Dal profondo a te grido, Signore. Da un profondo che non riesce a far sentire, da un profondo che taglia l’evento. Un grido silenzioso, oscuro, sottile, nei sotterranei del mondo, fra gli oppressi della terra, nella solitudine della disperazione. Prigioniero ambiguo, rivoluzionario e innocente, messia e bestemmiatore, Figlio di Dio nei sotterranei del mondo. De profundis clamavi, Domine.
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