Gli eroi-cittadini
Un paio di mesi fa è apparso uno splendido articolo di Mirko Tommasino sulle città dei fumetti, in particolare Metropolis e Gotham. La prima città è legata a Superman mentre la seconda a Batman. Due città antitetiche e dalle raffigurazioni, diametralmente opposte, come lo sono anche le storie dei due supereroi che, anche nei loro incontri e scontri, sembrano risultare non proprio reciprocamente simpatici. Superman legato a Metropolis, la quale riprende le forme di New York, con i suoi paesaggi luminosi, i suo grattacieli svettanti, le sue proporzioni curvilinee, è il giovane ragazzo che vive da comune cittadino e che porta con sé il segreto della sua forza e della sua fama. Un giovane ragazzo di provincia che si ritrova all’interno della grande città e che, in fin dei conti, come suggerisce anche Tommasino, non sente mai propriamente sua. Il male di Metropolis, inoltre, si annida nelle zone del potere, nei grandi uffici e nelle imprese di successo, che condividono anche affari loschi e giri di affari non proprio legali. Tutto, dunque, avviene alla luce del sole, nello spazio dei piccoli e grandi compromessi del potere per fare soldi, fino a quando la città stessa non viene messa in pericolo. Gotham, invece, è la città della notte, la città scura, immersa nelle tenebre, in cui il male dilaga per le strade, complice l’oscurità. E Batman è l’eroe che fa dell’oscurità la sua amica, lo spazio per affrontare il male stesso. Lo stesso Bruce Wayne, al contrario di Superman, è cresciuto dentro Gotham, seppur in una posizione di privilegio, come rampollo di una delle più benestanti famiglie della città. Eppure, è la città stessa, nella notte, che ha contribuito alla morte dei suoi genitori e ha spinto alla nascita del mito di Batman, del pipistrello come essere notturno, che sfrutta la paura nei confronti di chi cerca di incutere paura negli altri. Il legame di Batman con la città è quasi simbiotico, di profonda interazione reciproca, tanto che la notte non si combatte con la luce ma nella notte stessa, nel fondo oscuro della città, strada per strada. Due legami affascinanti, di due eroi antitetici, di due città antitetiche, e per questo profondamente simili, sorelle. Due città in cui l’eroe non è l’eccezione o l’eccezionale, ma colui che stabilisce un profondo legame con la città, colui che la sente respirare dentro, che rimane sempre con la finestra aperta e sui tetti dei palazzi per osservare ciò che avviene in città. E tutti noi sappiamo di quanto, oggi, le nostre città abbiano bisogno non di eroi eccezionali, ma di eroi-cittadini, capaci di osservare, riflettere e agire.