D’amore, dolce amore
At 4,8-12; Sal 117; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18
Da qualche giorno è uscito il nuovo trailer del film Joker, folie à deux. Un film che riprende le fila di uno dei più famosi cattivi di Batman. Eppure, il Joker che ci viene presentato non è un sanguinario e un violento, ma un uomo che ha vissuto sempre in solitudine, che è sprofondato in una depressione profonda perché non ha trovato nessuno disposto a prendersi cura di lui. E quando sembrava che ci fosse una persona in grado di prendersi cura di lui, ecco che il mondo gli è caduto nuovamente addosso. È la storia di uno dei tanti scartati dalla nostra società attenta agli standards, alle performances, a chi riesce a sopravvivere e chi, invece, è destinato a soccombere. Eppure, nel trailer di questo nuovo film, non incontriamo un Joker sanguinario e violento, ma un recluso che, nella sua reclusione, incontra l’amore. Incontra una donna, internata come lui. E i due si aiuteranno a vicenda, vivranno una storia ancora tutta da scoprire ma, come possiamo evincere dal trailer, è incentrata sulla musica come ciò che ci permette di ricomporre le fratture. E la visione che il trailer ci offre può essere anche riletta attraverso l’annuncio del Vangelo di questa domenica, della Domenica del Bel Pastore. Di quel Gesù, il Bel Pastore, che è stata la pietra scartata dai costruttori ma che è divenuta la testata d’angolo. È Gesù lo Scartato, il reietto, il derelitto, il rifiuto umano che è stato scartato dai costruttori e che è divenuto pietra angolare, come ci ricorda il Salmo. Ed è l’esperienza che farà Pietro stesso. Infatti, dopo la resurrezione di Gesù, Pietro continuerà sempre a ripetere che: Questo Gesù è la pietra che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. Pietro insisterà continuamente su questa narrazione della crocifissione, morte e resurrezione di Gesù. Non dice solo che Gesù è risorto, ma che Gesù è lo scartato che diviene testata d’angolo. Lo ritroviamo più e più volte nella narrazione degli Atti degli Apostoli, per il semplice fatto che è l’esperienza di resurrezione che ha vissuto Pietro, in prima persona. Dal rinnegamento alla conferma dopo la resurrezione, Pietro si rende conto che l’esperienza che fa di Gesù è quella di un essere stato scartato, di aver vissuto un momento di scarto e che da quell’esperienza di scarto Gesù lo ha reso pietra angolare per la sua stessa vita. È Pietro che ha vissuto, in Gesù, la sua esperienza di essere scartato, a differenza di Giuda, la cui esperienza di scarto lo ha condotto alla morte. Pietro ha vissuto la sua esperienza di rinnegamento di Gesù sotto lo sguardo d’amore di Cristo e ha capito di non essere solo, ma che nel suo essere scarto ha trovato un amico, un segno nuovo, un modo per ricostruire la sua stessa vita. E il passaggio da morte a vita, da pietra di scarto a testata d’angolo lo viviamo solo e soltanto nell’amore. Amare una persona è esattamente questo: stare accanto nel momento in cui sono più fragili e scartate, in cui nessuno le vorrebbe, in cui nessuno vorrebbe vederle. Nell’epoca della visibilità e della ricerca del successo, nell’epoca del capitalismo dello standard e della performance, la rivoluzione dell’amore è stare accanto agli scartati, alle persone che vivono momenti di scarto, perché in quei momenti ci accorgiamo di non essere buoni, ma di essere veri. E in quella verità ritroviamo la nostra stessa verità, in quel grande amore che ci ha dato il Padre e che ci permette di attendere ancora scenari inediti nella nostra vita. Non a caso, la colonna sonora che ascoltiamo nel trailer di Joker, folie à deux è What the World Needs Now, Di cosa il mondo ha bisogno oggi. E il ritornello è sempre Ciò di cui il mondo ha bisogno adesso, è amore, dolce amore, no, non solo per alcuni, ma per tutti. Siamo ancora alla ricerca di amore, di una persona che ci ami e che sia riflesso del Bel Pastore. Di quel Gesù che dice di dare la vita per le pecore, che conosce il gregge, che conosce le persone e che ama di quello stesso amore del Padre. Di questo ancora oggi abbiamo bisogno. Di persone che ci amino e che non siano mercenari della nostra vita. Abbiamo bisogno di persone che rimangano nella nostra vita e non di persone che fuggano via alle prime difficoltà, di persone che ci aiutino a conoscerci e a riconoscerci per fare sintesi in noi stessi, non persone che disperdano tutto quello che siamo. Persone che offrano la loro vita per noi e che ci rendano disponibili ad offrire la nostra vita per altre persone, per amare e cercare ancora amore, soprattutto nei nostri momenti di scarto. Non abbiamo bisogno di nient’altro se non di amore, di quel dolce amore che non ci fa essere più soli, ma in due.
Una riesamina che definirei illuminante e illuminata su come tutto ciò che ci possa accadere nella vita si trasforma on spunto da vivere come esperienza spirituale. 🙏