Paura profonda
Un nuovo caso per Gordon e Bullock dopo una serie di strani omicidi. Alle vittime vengono prelevate le ghiandole surrenali, le quali servono anche come regolatore della paura. Dall’estratto delle ghiandole surrenali, l’omicida ne ricava un siero per i suoi esperimenti. L’omicida è Gerald Crane, padre di Jonathan Crane, il quale conduce i suoi esperimenti sulla paura e sul suo superamento come fattore evolutivo. Secondo Gerald Crane, vincere la paura significa non solo vivere in uno stato esistenziale nuovo ma fare un passo in avanti sulla scala evolutiva, paragonando la paura ad una malattia. Per Crane, dunque, si può guarire dalla paura esattamente come si può guarire da una malattia. Per questo motivo, il vaccino contro la paura ha bisogno del siero delle ghiandole surrenali estratto da pazienti in cui stato è alterato dalla paura stessa. Le vittime di Crane, dunque, sono tutte persone morte di paura prima ancora di essere uccise. Questo permette alle ghiandole surrenali di produrre altissimi livelli di siero da estrarre, il quale consente a Crane di sviluppare le proprie ricerche. Per indagare sul killer seriale, Gordon e Bullock entrano in un gruppo di mutuo aiuto che consente di affrontare le proprie paure. Nel gruppo di mutuo aiuto, Bullock espone la sua paura ovvero quella di morire in solitudine in mezzo ai palazzi, in un vicolo buio, accanto alla fogna mentre un uomo ride su di lui e lo uccide. Fantasie, immaginari, visioni di paure che si inseriscono all’interno della città, che permettono di compiere una distorsione della paura e, al tempo stesso, un controllo sulla paura. Interpretare la paura come una malattia significa porre una terapia alla paura che diviene una terapia della paura e un controllo delle persone attraverso la loro paura. L’esperimento di Crane ha come risultato non il superamento della paura, non la capacità di affrontare una paura, non di riconoscere la paura come fattore umano, ma il controllo e la terapia della paura, la quale diviene il fattore di immedesimazione della sua esistenza e, in seguito, di suo figlio, Jonathan, il futuro Spaventapasseri. In parallelo alla storia di Crane, Pinguino continua a lavorare in segreto per Falcone nella cucina di Maroni, con un doppio gioco che gli permette di sopravvivere all’interno della città. Una sopravvivenza che sembra giungere al termine quando Fish Mooney rivela a Maroni che Pinguino è un traditore e una spia di Falcone. In quel momento, Maroni fa rinchiudere Pinguino in una macchina per farlo schiacciare da una pressa, in mezzo ai rottami. Questo è il momento della paura per Pinguino che sta per essere schiacciato all’interno di un rottame. Questo è il simbolo della paura, l’annientamento dell’essere umano come riduzione a rottame. La paura di Pinguino è anche la paura che alberga all’interno della città stessa, una paura come potere di annientamento sulle vite inconsistenti dei cittadini. Una paura di essere ridotti a rottame fuori dagli affetti, in una quotidianità banale e alienante, dove nessuno ti può aiutare.
È la nostra paura ormai! Con l’innalzamento della temperatura mondiale arrivato al punto di non ritorno. La mancanza di assistenza sanitaria (anche quella privata è nel degrado come se ormai si potessero curare solo alcuni raccomandati, neanche tutti quelli che possono permettersela). Ed infine la guerra, che dicono potrebbe essere anche l’ultima.