La tempesta
L’incarico di Gordon ad Arkham ha un brusco inizio quando l’uccisione di una guardia apre un’indagine che lo porta dritto dalla dottoressa Lee Tompkins. Mentre Gordon è ad Arkham, Selina e Ivy si appropriano di casa sua in quanto Barbara, la fidanzata di Jim Gordon, è fuori città. Dopo la breve avventura di Bruce Wayne fra i bassifondi della città, Selina trova Ivy per strada, con febbre e quasi in ipotermia, per questo la conduce a casa di Jim Gordon, la quale sembra essere abbandonata. La pioggia scrosciante, le ciminiere, il fumo e le nuvole minacciose sembrano essere una costante a Gotham, città preda non solo del clima ma dell’inquinamento industriale e portuale. Le inquadrature sulla città, i vari fumi e vapori che vengono fuori dalle strade, sono quell’aria cattiva che abitua i cittadini a vivere di indifferenza e cattiveria. Non è una cattiveria morale, ma una cattiveria che si respira nell’aria, nell’inquinamento e nel degrado. A questo proposito, l’Arkham Asylum costituisce il luogo perfetto come riflesso dello stato in cui perversa la città. Un luogo tetro, fatiscente, con scarse misure di sicurezza, in cui i pazienti sono continuamente sedati e in cui Gordon si trova a lavorare attraverso l’uso della forza. Una struttura malsana, vecchia e insicura, aperta per rispondere ad una emergenza che rimane tale, senza possibilità di risoluzione. Un’abitudine al brutto e al cattivo che diviene emergenza sociale senza possibilità di risoluzione e senza offrire prospettive, ma semplicemente reprimendo e confinando i soggetti peggiori. Abitudine alla cattiveria frutto di un procrastinare continuamente delle decisioni politiche, frutto di una politica che cerca di mantenere il potere, di salvaguardare gli interessi privati e di tappare delle falle che rischiano di far cadere o destabilizzare quel potere. Una visione politica, dunque, che non necessita di grandi narrazioni e neanche di grandi idee, ma di una continua risistemazione dell’emergenza, di una continua ricollocazione dell’emergenza dentro un confine e un sistema repressivo. La politica del sindaco che tappa falle senza possibilità di crescita in quanto la città e la politica non hanno un bene comune da salvaguardare ma solo una costellazione di interessi privati da difendere. E la maggior parte del tempo viene impiegato proprio a difendere interessi privati cercando di farli passare per pubblici, per interventi sociali a favore della cittadinanza. È in questa faglia in cui l’interesse del singolo diventa interesse della politica, che la città vede materializzarsi quella cattiveria che la tiene prigioniera di differenti padroni e di una corsa al potere. Tanto che la tempesta che giunge a Gotham proviene dal porto, in cui si sono decisioni e passaggi di potere tesi a destabilizzare il governo di Falcone e la corruzione che alberga all’interno della città. Per sostituirla con altri poteri, altri interessi privati, altra corruzione.