Il Museo della Luna: lavorare sulla vicinanza
Il mese scorso, l’artista Luke Jerram ha scelto di installare la sua opera d’arte, Il museo della Luna, nel campo profughi di Aida in Cisgiordania, uno dei sessantotto campi profughi palestinesi. Luke Jerram afferma: “Tutti qui sono traumatizzati da generazioni di repressione e brutalizzazione. Il dolore e la rabbia si tramandano di generazione in generazione. Da quello che ho imparato ad Aida Camp sul modo in cui le autorità israeliane trattano i palestinesi, il governo ha creato un regime oppressivo e un vero e proprio stato di apartheid. Sebbene i tour a livello internazionale funzionino da oltre 25 anni, sono consapevole di come l’arte pubblica venga spesso utilizzata dalle autorità per presentare un luogo civilizzato, creativo e democratico. Sono stato invitato diverse volte a presentare la mia opera d’arte itinerante al Museo della Luna in Israele, ma ho sempre rifiutato a causa della situazione qui. Ho scelto invece di presentare le mie opere d’arte ad Aida Camp, per mostrare solidarietà al popolo palestinese. Vorrei che l’installazione mettesse in risalto la continua ingiustizia della situazione lì” (https://my-moon.org/installations/aida-camp-west-bank-palestine/). L’installazione Il museo della Luna è la riproduzione del satellite lunare posto nei pressi del muro che divide il campo di Aida dai territori occupati da Israele. Un’opera che pone in stretta discordanza la bellezza della scultura e la bruttezza del luogo dove è collocata. Il museo della Luna, infatti, non è un planisfero in cui poter ammirare i crateri e le forme della luna, ma un modo per evidenziare la simbolica che procede dal Satellite. È la potenza simbolica della Luna che fa emergere la discrasia delle condizioni di vita di un popolo, come è anche la sua vicinanza a porre in risalto un ulteriore vicinanza. Un museo, insomma, che funziona in quanto ricollocamento di un oggetto, come la Luna, oltre il suo contesto originario per creare nuove simbologie, nuove prospettive, nuove vicinanze. Per la cultura araba, la simbolica della Luna è richiamo alla bellezza, all’amore, al tempo regolato attraverso il calendario, al viaggio nel deserto, al mondo delle fiabe e via dicendo. Il Museo della Luna, dunque, implica una doppia vicinanza, della Luna in quanto scultura ad un territorio e dell’artista ad un popolo. Un Museo che funziona per vicinanze, incentivando e investendo sulla dimensione simbolica dell’oggetto fondandosi su una base biologica, naturale e materiale. Avvicinare la Luna per creare vicinanza e solidarietà, attraverso quella capacità, squisitamente umana, di simbolizzare, di comunicare, di rimanere umani, anche in mezzo a tutta la disumanizzazione di cui siamo capaci.