La strada, unica salvezza
Le strade delle nostre città hanno una particolare sintomatologia: il traffico. Quando pensiamo a strada, in città, il nostro immaginario ripercorre le lunghe code delle ore di punta, in cui fa padrone la noia e l’ansia di non arrivare in orario. Le strade, dunque, sono radicalmente legate all’automobile. Tuttavia, il legame fra automobile e strada è, sostanzialmente, un legame recente. Legame che si rinsalda nel Novecento, con l’invenzione del celebre Modello T di Ford e l’aumento sempre più esponenziale dell’utilizzo di mezzi di locomozione, un tempo riservati solo all’aristocrazia o ai ricchi. Dal punto di vista sociologico, l’automobile è il mezzo di locomozione della città moderna, della borghesia imprenditoriale, che riesce a muoversi con costi ridotti rispetto alla carrozza e, soprattutto, in maniera autonoma. L’automobile nasce come mezzo di locomozione della borghesia e, pian piano, diviene oggetto di massa, sostituendo addirittura gli antichi riti di passaggio dalla minore alla maggiore età. Infatti, uno dei simboli socialmente riconosciuti come passaggio all’età adulta è la patente. Il maggiorenne è il patentato, che può prendere l’automobile in autonomia e iniziare a spostarsi dove vuole, in tempi brevi. Probabilmente sono gli stessi spostamenti che prima faceva a piedi, stesse distanze percorribili da pedone, ma ora con l’automobile, diventano più rapidi, più comodi e, tuttavia, meno semplici. Il numero di auto, nelle nostre città, infatti, sembra essere cresciuto in maniera esponenziale soprattutto in questi ultimi anni, creando un dispendio considerevole di risorse, di spazio, di mobilità urbana. Se la tendenza è, dunque, quella di prendere l’automobile anche per piccoli tragitti, la pianificazione urbana, in modo particolare nelle grandi città, sta cercando di rispondere alle esigenze di mobilità con mezzi alternativi, per ridurre il numero di auto in circolazione. Strade pedonali, zone a traffico limitato, utilizzo di metropolitane, autobus e treni spingono verso una mobilità alternativa. Tuttavia, le soluzioni di mobilità alternativa non sono le uniche soluzioni alla riappropriazione della strada, in quanto essa ha costituito sempre uno spazio pubblico. La strada, prima di tutto, è uno spazio pubblico, uno spazio dedicato alla socialità, al gioco, alla conoscenza e al riconoscimento all’interno di una città. Per strada, insomma, ci si saluta camminando, ci si ferma dinanzi ai negozi, si intraprendono tattiche quotidiane per arrivare prima in un luogo, ci si ferma a chiacchierare, si scende per manifestare. La strada è una parte fondamentale nella città per la sua dimensione pubblica oltre che per la mobilità. In questa prospettiva, dunque, abbiamo bisogno di restituire le strade alla loro dimensione di incontro più che ad una visione puntiforme di partenze e arrivi. Abbiamo bisogno di un nuovo traffico di relazioni piuttosto che di un ingorgo automobilistico. Ma, per far questo, abbiamo bisogno di tornare per strada, la nostra unica salvezza.