Nelle periferie

Nelle periferie

21 Dicembre 2024 0 di Makovec

Mic 5,1-4a; Sal 79; Eb 10,5-10; Lc 1,39-45

In questa IV domenica di Avvento iniziamo a collocare geograficamente la venuta nella carne del Signore Gesù. Siamo partiti dalla promessa che il Signore viene a salvarci, siamo passati dalle tenebre alla luce nuove che sorge all’orizzonte, all’aurora di una promessa che si sta compiendo, mentre ora giungiamo alla geografia di questa venuta. Il Signore viene a visitarci, ma dove? La Parola di questa domenica non ci offrono solo una posizione ma anche una postura geografica, una localizzazione simbolica che trasforma il nostro stesso modo di vedere e di riconoscere il Signore. In altri termini, se il Signore viene, lo riconosciamo da dove viene e non solo da come viene a farci visita. E il Signore Gesù, sembra suggerirci la Parola, viene dalle periferie. Viene da Betlemme, fra le più piccole città di Giuda, viene nella periferia di un corpo che non cerca offerte e sacrifici, viene dalla regione montuosa, dalla via più difficile da intraprendere. Riconosciamo il Signore Gesù che viene perché viene dalle periferie, dai luoghi in cui si respira la vita autentica e in cui il Vangelo attraversa le strade. Una delle testimoni più interessanti di questo Dio che viene nelle periferie e dalle periferie è Madeleine Delbrêl (1904-1964), donna, mistica, attivista e assistente sociale. Da giovane si professa radicalmente atea, al punto da affermare che Dio è morto, viva la morte! Un radicalismo che si va a scontrare e confrontare con le scelte dei suoi amici, in modo particolare del suo fidanzato che sceglie di entrare nell’Ordine Domenicano. L’incontro di Delbrêl con Dio è folgorante e si converte al cristianesimo in quanto si rende conto che, in fondo in fondo, l’ateismo non soddisfa pienamente il cuore dell’essere umano. Portare all’estremo l’ateismo, infatti, significa appiattire la vita verso un orizzonte che si restringe sempre di più, che ha bisogno di grandi valori o di grandi idee per nutrirsi, pena quella di cadere in un oblio di frustrazione e depressione. Delbrêl incontra il Signore che viene a visitarla e si impegna lì nelle periferie più difficili di Parigi. Si trasferisce a Ivry-sur-Seine, una delle periferie rosse di Parigi e inizia a dedicarsi alle famiglie più povere e numerose come assistente sociale. Visita le famiglie, lavora con tutti gli uomini e le donne di buona volontà su obiettivi specifici sempre dando ragione della speranza evangelica che l’attraversa. Ecco, allora, dove incontriamo il Signore e dove il Signore viene a farci visita. Non nell’augurio di un regno vecchio e polveroso, ma a Betlemme, a Ivry-sur-Seine, nelle periferie che non vengono intaccate dalla storia, nella desolazione di una speranza che lotta e pulsa come anelito di vita, agli estremi confini della terra. Non solo confini geografici, ma periferie esistenziali, dove c’è bisogno non solo di aiuti materiali ma anche di pratiche di narrazione delle storie delle persone che attraversano quelle periferie e che sono confinate alla periferia. Lavorare con tutti, anche con chi non la pensa come noi, anche con chi è differente da noi per aiutare le persone, per raccontare le storie di quelle vite che vengono visitate dalla Parola e che ci raccontano della Parola. Quelle storie che sono corpi in tutto simile al Corpo del Signore, a quel Corpo che non ha chiesto olocausto e sacrificio ma semplicemente di fare la volontà di Dio. E la volontà del Signore è quella di lavorare e collaborare per la liberazione e la salvezza di tutte le persone, per annunciare il Vangelo nelle periferie di questo mondo e di questa storia. Così diveniamo noi i portatori di Dio, i Cristofori come Maria. Non nell’esultanza festosa, ma in un sussulto che infonda pace alle persone, che offra soluzioni più adeguate per vivere nella pace, per respirare nella pace e accogliere le persone nella pace che è Cristo stesso. Non aspettiamo, dunque, il Signore che viene chissà come e chissà dove, ma un Dio che ci viene a fare visita e che ci rende capaci di portarlo nelle periferie del mondo, nelle periferie del nostro mondo, nelle periferie del nostro quartiere, per offrire un sussulto sociale, un movimento che dica una novità, che non lasci i nostri territori preda delle peggiori nefandezze e dei singoli interessi privati. Ma un annuncio che sia collaborazione, che esca, che vada anche per le regioni montuose, per le vie più difficili da attraversare e così, come Madeleine Delbrêl, offrire a tutti l’annuncio del Signore Gesù che viene in mezzo a noi. Per non allontanarci più dal Signore ma per vivere e invocare il suo nome.