Casa, da diritto a bene di lusso

Casa, da diritto a bene di lusso

18 Agosto 2024 2 di Makovec

In questi giorni, per un progetto con Caritas Ambrosiana, abbiamo visitato una struttura che si occupa di alloggio per persone senza fissa dimora. Insieme ad alcune ragazze provenienti dalla Diocesi di Milano, giunte in Puglia per un progetto di servizio e di conoscenza del territorio, ci è stato raccontato come molte persone di origine italiana, ancora oggi, non abbiano una possibilità di accesso alla casa. E fra queste persone, ci raccontava la responsabile della struttura, ci sono anche coloro che, pur avendo uno stipendio, non riescono a permettersi una casa. Ed è proprio su questo punto che la nostra riflessione, in questo momento, vuole concentrarsi. Una struttura per persone senza fissa dimora che non solo ospita persone che non hanno un lavoro o che sono costrette a vivere per strada, ma anche persone che hanno un contratto di lavoro, seppur a tempo determinato, ma che non riescono a pagare l’affitto. E su questo fenomeno influiscono due fattori principalmente: l’aumento degli affitti e il turismo. Per quanto riguarda l’aumento degli affitti siamo dinanzi ad un libero mercato ormai fuori controllo, con molte case vuote e di cui gli affittuari preferiscono lasciarle vuote che darle a persone con basso reddito. Oppure, altro elemento legato alla turistificazione delle città, preferire gli affitti brevi. Due elementi che, spesso, facciamo fatica a collegare ma sembra che all’aumento della turistificazione di una città aumentino anche gli sfratti esecutivi, i quali lasciano molti cittadini in mezzo ad una strada. Con questo non vogliamo dare tutte le colpe al turismo in sé, il quale, come ci ricordava Franco La Cecla in un suo intervento, è un fenomeno di democratizzazione. Vogliamo puntare lo sguardo ad una mentalità estrattiva che giunge anche attraverso il turismo per cui i nuovi poveri, coloro che rimangono senza una casa sono non solo quelle persone che non hanno un lavoro ma che, pur lavorando, non riescono a pagare l’affitto. Insomma, ciò che colpisce di tutta questa vicenda non è il turismo in sé, ma come la casa stia rapidamente passando da diritto a bene di lusso a cui non riescono ad accedervi neanche lavoratori con un reddito medio-basso. Per questo motivo, ciò che possono fare gli operatori locali, gli attivisti del territorio, è intercettare i flussi turistici e offrire esperienze che mostrino davvero il territorio, con tutti i suoi problemi, sfaccettature ed opportunità, per spingere ad un turismo che offra coscienza del luogo e, così, anche tutela e rispetto autentico del territorio e delle persone che lo abitano.